Traversata est-ovest delle Pale di S. Martino – 14 luglio

Escursionismo

Qualcosa di grande! Un percorso d’altri tempi, senza appoggi o altre soluzioni, con 1800 metri di montagna, di isolamento e di silenzio. Si respira l’aria delle Dolomiti più tranquille. È sicuramente l’accesso all’altopiano delle Pale più faticoso ma non per questo meno suggestivo. Percorrere la Val d’Angheràz e risalire il Vallon dell’Orsa senza incontrare anima viva è una cosa tanto rara quanto piacevole. L’itinerario proposto, riservato ad escursionisti ben allenati, intende attraversare da Est a Ovest, da Col di Prà (BL) a San Martino di Castrozza (TN), le Pale di San Martino percorrendo la solitaria e selvaggia Val d’Angheràz. Lo strano nome deriva dal tedesco hanger = gancio e si riferisce all’anghier, un attrezzo utilizzato fino alla prima metà del ‘900 dai “menadàs”, i fluitatori di legname, che serviva per spostare i tronchi degli alberi che per comodità venivano traghettati a valle facendoli galleggiare nelle acque impetuose del torrente Tegnas (letteralmente Angheràz significa “Valle del brutto gancio”). Già l’ingresso nella Valle di San Lucano e nel successivo Vallon d’Angheràz obbliga l’escursionista a guardare in alto per ammirare le immani pareti dell’Agnèr (2872 mt) e delle Pale di San Lucano, tra cui spicca lo Spiz di Lagunàz (2338 mt), pareti riservate a pochissimi, grandissimi, alpinisti (Reinold Messner, Riccardo Bee, Lorenzo Massarotto e i nostrani “Quattro gatti” Marco Toldo e Diego Dellai), meritando così il nome di “Valle dei giganti”. Questo percorso è anche chiamato il “sentiero del Dottor” perché ripercorre un itinerario individuato e attrezzato dal Presidente del CAI di Treviso Giulio Vianello (detto appunto “il dottor”) nel 1925 al fine di mettere in comunicazione la Val Canali con la Valle di San Lucano attraverso la Forcella dell’Orsa e la Val d’Angheràz. Nell’ultima parte del percorso poi si attraverserà il desolato e “lunare” altopiano delle Pale, unico nel suo genere, da cui ha preso spunto Dino Buzzati per comporre “IL DESERTO DEI TARTARI”.

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Cima d’Asta – 22 giugno

Escursionismo

Dal parcheggio seguire il segnavia n. 327 per il Rifugio Brentari. Si percorre la stradina sterrata di fondovalle fino alla stazione inferiore della teleferica del rifugio, poi un buon sentiero (segnalazioni visibili su alberi e rocce, anche con copertura nevosa). Si risale il vallone e si aggira il gradino roccioso che lo chiude per pendii a sinistra. Si continua per facili dossi e pendii fino al Rifugio Brentari. Fin qui circa 3h. Dal rifugio si aggira a sinistra l’ampio lago di Cima d’Asta e si raggiunge l’evidente breve canale (dei Bassanesi) posto a sinistra della vetta. Lo si risale facilmente (35-40°), tenendosi sulla destra di un torrione che lo divide in due rami, e sbucando sulla nevosa cresta Ovest di Cima d’Asta. Con altri 200 m di dislivello (tratti a 40°; gli ultimi metri possono essere un po’ affilati) si giunge in vetta (nei pressi, piccolo bivacco). Circa 1h30/2h dal rifugio. Discesa per la via di salita, o per la via normale: si scende dalla parte opposta (Est; prima stando a sinistra poi traversando a destra, evitando un pendio più ripido) raggiungendo con una breve risalita (40°) la cosiddetta Forzeleta, che immette nuovamene sugli ampi pendii meridionali i quali, percorsi rimanendo sulla sinistra, riportano al rifugio (1h30/2h). 

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Le Tre Cime del Bondone – 9 giugno

Escursionismo

Il giro ad anello delle Tre Cime del Bondone è probabilmente l’escursione più affascinante di tutto il gruppo montuoso del Bondone – Monte Stivo. Nel 1968, nel complesso delle piccole valli del Merlo e Mana è stata istituita la Riserva Naturale Integrale delle Tre Cime del Monte Bondone: si tratta di valli modellate dal glacialismo recente che presentano aspetti naturalistici di grande rilevanza. L’escursione prende avvio dalla conca del Viote (parcheggio nei pressi dell’omonima malga a q. 1540) e si sviluppa lungo la dorsale nord (Costa dei Cavai) del Monte Cornetto che si raggiunge senza difficoltà ad eccezione di un traverso sotto la cima. Con il Monte Cornetto è la cima più alta (2180 m) ed è quella che offre il panorama più ampio: la vista spazia dalle Dolomiti di Brenta, all’Adamello, Paganella, i monti della Lessinia, le Prealpi Gardesane, e così via. Scesi alla forcella si procede alla conquista del Doss d’Abramo, un torrione di calcare dolomitico, la cima più ostica in quanto presenta due tratti attrezzati, comunque non difficili, per raggiungere la vetta. Si prosegue infine per Cima Verde, la cima più a est delle tre, i cui versanti nord-ovest sono prevalentemente boscosi (da qui il nome “Cima Verde”). Dalla vetta si gode il panorama su Trento e gli Altipiani trentini, la catena dei Lagorai, l’Altopiano di Asiago. Da qui si comincia la discesa che non presenta difficoltà se non qualche tratto ripido, sino a tornare a Malga Viote.

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Cornetto di Folgaria da Carbonare – 26 maggio

Escursionismo

Lasciamo le auto nel piccolo parcheggio in località Carbonare, lungo la strada della Fricca, ed iniziamo la risalita lungo la strada, nei pressi della galleria nuova continuando poi, per il vecchio spettacolare percorso, inforcando il sent. 439 (1 ora) che si inerpica su pendio scosceso fino a raggiungere a passo lento, Malga Tre Avezi (1455 mt) in un’ora e mezza circa. Proseguiamo la salita fino alla sella a 2000 mt, tra la seconda cima ed il Cornetto. Continuiamo sulla cresta fino a raggiungere cima Cornetto (2060 mt). Se il tempo lo concede, la sosta per ammirare l’ampia visuale e per un po’ di ristoro, è dovuta. Da qui inizia la discesa per il Sentiero 451 che segue la dorsale S/E fino a raggiungere malga Cornetto di dentro (1504 mt), in poco meno di un’ora di camminata. Poco prima della malga proseguiremo su percorso che ci porterà all’impluvio Peum Ronchi del Rio del Mulino e da qui caleremo al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto.

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